(PubliWeb) Per la prima volta le case discografiche britanniche hanno portato in tribunale cinque utenti Internet colpevoli di aver utilizzato sistemi di file-sharing e, quindi, di aver scaricato illegalmente musica dalla Rete. Peter Jamieson, direttore del gruppo commerciale di British Phonographic Industry (Bpi), ha dichiarato: "I fan della musica si sintonizzano sempre di più sui siti legali dove scaricano musica online per la scelta, qualità e convenienza che offrono però non possiamo farla passare liscia agli utenti di file-sharing illegale. Stanno minando i servizi legali e l'industria musicale e stanno infrangendo la legge". Le cause attualmente in corso per pirateria sono 60, alcuni utenti sono arrivati a risarcire danni pagando somme che raggiungono anche i 9.500 euro.
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