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 SANREMO STORY '73-'74 - un grande amore e...niente più



SANREMO STORY '73-'74
un grande amore e...niente più





(Publiweb) - Arriva il "73 e l'Italia si vive la sua stagione di "austerity". Tutti a piedi. A Sanremo Gabriella Farinon affianca Bongiorno. Nasce l'IVA, imposta sul valore aggiunto ed in Inghilterra si sposa Princess Anna. Per i grandi schermi è tempo di Jesus Christ Superstar e Amarcord del Fellini che rimembra l'infanzia romagnola. Se ne va l'immensa Anna Magnani che con "Roma città aperta" aveva urlato il suo grido disperato rimasto nella mente di tanti italiani dal palato fino. Lo sport saluta Gimondi campione del mondo e il trionfo della Calligaris Belgrado. L'estate fa tremare il Belpaese per la febbre dl colera. Guerra al vibrione a colpi d'acqua e limone. Sul palco del Casinò ligure vince la sua roulette privata Giuseppe Fajella in arte Peppino di Capri con un pezzo in cui si staglia netta l'impronta del nostalgico-ruvido Franco Califano: "Un grande amore e niente più". Ma sarà con "champagne" che Peppino celebrerà la sua stagione di grande gloria. Alle sue spalle, il piccolo grande uomo, Dustin Hoffman made in Posillipo, Peppino Gagliardi. Con una "Come un ragazzino" che ha il marchio dei suoi motivi accattivanti e melodico-moderni tutto sentimento. Non è un Sanremo in grande spolvero. Restano in testa i Camaleonti di "Come sei bella" (protagonisti di uno scaldaletto, pare che prima del festival l'avessero già proposta in pubblico) e la Mirelle Mathieu nostrana, alias Gilda Giuliani che con "Serena" (e il suo fiore dentro il bicchiere) guarda nostalgica ai primi tempi di un amore ormai strapazzato. Se la battono bene Wess e Dori Ghezzi che in tandem si vincono premi della montagna a raffica e con "Tu nella mia vita" acchiappano anche il pubblico che compra i dischi. Sale sul palco Roberto Vecchioni, professore filosofo e con "L'uomo che si gioca il cielo a dadi" fa il poeta alla sua maniera. L'immagine del figlio che torna a casa alle sei di mattina quando il padre si alza è di quelle che restano impresse. Massacrati dalle giurie sia Endrigo che Celentano, ormai stufi di disfide incrociate (si erano reciprocamente contestati per le vittorie '68 con "Canzone per te" e nel "70 con "Chi non lavora non fa l'amore" ma stavolta né "Elisa elisa" né "L'ultima chance" vanno in finale) e ci rimette le penne anche Drupi con una "Vado via" che verrà invece premiata dalle hit parade.
E' chiaro che Sanremo ormai è in fase calante. I ragazzi sono affascinati dalla musica straniera e in testa a tutti c'è Elton John, divo del glam-rock britannico con la sua "Crocodrile rock". Piacciono parecchio anche "You're so vain" di Carly Simon, "Vincent" di Don Mc Lean, "My Love" dell'ex beatle Mc Cartney oltre all'immancabile hit del flautatissimo Demis Roussos che stavolta fa centro con "Forever and Ever". Ma è il Festivalbar a battere in testa e il disco italiano più gettonato dell'anno è "Minuetto" di Califano e Baldan Bembo giocato alla splendida da una Mia Martini in kolossal-spolvero. Marcella ci prova e non ce la fa (anche se si piazza a una spanna col suo "Io domani") a contrastarne l'uno-due consecutivo al festivalbar riuscito al momento solo a Battisti. (E a settembre, Mia correrà a Venezia a ritirare la Gondola d'oro vinta per le strepitose vendite di "Donna sola". E' il suo momento d'oro). A proposito, il Lucio va sempre forte con "Il mio canto libero" . Cantabilissima "Erba di casa mia" di Ranieri, successone a Canzonissima. Alla ribalta fra i dischi da ricordare, "Pazza idea" di Patty Pravo e "Sempre" della Ferri. Claudio Baglioni ormai è un'istituzione e dopo "questo piccolo grande amore" sforna un'avvincente "Amore bello" come battipista al suo secondo concept-album "Gira che ti rigira" che cattura l'attenzione. Il discoestate va ai Camaleonti con "Perché ti amo".
Ma Sanremo non "prende più". A scoprirlo è la gente che nel '74 si accorge appena del successo della Zanicchi con "Ciao cara come stai?" E' un'edizione in tono minore. Invano Modugno cerca di riaccendere fuoco spento nelle ceneri con la sua sceneggiatissima "Questa è la mia vita" . Nazzaro canta Baglioni in "A modo mio" e si mettono in ballo anche i Middle of the Road, gruppo da juke box con "Sole giallo". In lizza anche Anna Melato, sorella d'arte di Mariangela con "Sta piovendo dolcemente". Con "Capelli sciolti" non supera lo scoglio delle giurie una tal Donatella Rettore di Castelfranco veneto. Si rifarà prossimamente. In Italia le BR imperversano. A Genova fa scalpore il rapimento Sossi, a Brescia è strage di bombe ed in USA si replica con lo scandalo Watergate che costringe Nixon alle dimissioni. Gli succede il modesto Ford. Va alla grande nei cinema "Portiere di notte" della Cavani con la Rampling sugli scudi. Ma è l'anno dello scudetto alla Lazio che gioca da collettivo ben addestrato dall'acuto Maestrelli: in porta Pulici vola ch'è un piacere, Martini e Re Cecconi galoppano su e giù da centopolmoni e Frustalupi fa il Suarez, recitando il ruolo di ago della bilancia. Poi c'è D'Amico geniaccio sregolato e pennellare divino mentre al centro dell'attacco quel bisonte di Chinaglia va in gol ch'è un piacere coadiuvato dal brevilineo Garlaschelli. S'impone il calcio atletico. E' stagione olandese nel football con Cruyff sceso in terra a miracol mostrare e il pressing e il trucco dell'offside e poi Rep, Rensenbrink e Krol. Ma son più bravi i teutonici di Franz Kaiser Beckenbauer e dell'opportunista Gerd Muller ad accaparrarsi il successo in una finale che grida vendetta.. Per noi azzurri basta una Polonia ardimentosa a sbalzarci fuori dal gruppo e la Germania del campionato del mondo è kaputt per Valcareggi e soci. Deyna ci elimina, torniamo in patria fra i fischi e comincia a imperversare la coppia Bernardini-Bearzot che ci rimette in sesto con convocazioni-fiume.
E' l'anno del referendum per il divorzio. Baglioni incanta le coppiette con una "E tu" da insulina immediata. Impazzano anche i Cugini di Campagna con "Anima mia" e i Daniel Sentacruz con "Soleado". Vanno bene anche le colonne sonore tipo "A blue shadow" (dallo sceneggiato "Ho incontrato un'ombra") di Berto Pisano e "L'ultima neve di primavera", per non parlare di "Altrimenti ci arrabbiamo" che rimanda alle immagini del tandem di Bud Spencer&Terence Hill. Al cinema s'impongono "Assassinio sull'Orient Express" e "Il Padrino part two". Ma Sanremo non è più Sanremo. E non lo sarà più per un bel pezzo. Gli ci vorrà un bel Gerovital per regalargli una seconda giovinezza..."
Patricia Wolf






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