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 FRA BOMBE E ATTERRAGGI LUNARI - tempo di zingare e...scioperi



FRA BOMBE E ATTERRAGGI LUNARI
tempo di zingare e...scioperi





(Publiweb) - Se ne vanno gli agrodolci anni '60 del boom economico e della revolution e il mondo si ferma in una notte estiva, accalappiato dall’allunaggio di Armstrong& C. nel pianeta inesplorato. Gheddafi va al potere in Libia e il terrorismo colpisce duro con l’attentato sanguinoso di Piazza Fontana. A Sanremo, sotto l’egida del patron Ezio Radaelli, condotti dai flautati Nuccio Costa e Gabriella Farinon vincono Bobby Solo e la Zanicchi con una super-accattivante “Zingara”. Il BelPaese ama ancora il mistero della Sibilla e tende volentieri la mano a questa melodia di sapore mediterraneo con il refrain facile, dove è più la splendida voce da contralto di Iva che l’ormai collaudato timbro Presley all’italiana di Bobby ad imporsi. Ad Endrigo non riesce il bis con una suggestiva e nostalgica “Lontano dagli occhi” anche se al suo fianco c’è l’asso consacrato all’estero Mary Hopkins. Terzo, il duo Don Backy-Milva con l’ennesimo bel motivo del cantautore toscano Aldo Caponi in arte Don Backy “Un sorriso”.
E’ l’anno del debutto sanremese di Battisti con l’interessantissima “Un’avventura” che già apre gli occhi agli italiani musicofili sul talento di Lucio che trionferà alla grande al festivalbar con “Acqua azzurra Acqua Chiara”. Diverte il tandem Del Turco-Antoine con “Cos’hai messo nel caffè” e Fausto Leali rifà il “negro bianco” con una vigorosissima “Un’ora fa”. Ma la bella sorpresa è Nada, teenager livornese coi lunghi capelli e i grandi stivali dalle sette leghe che la lanciano in una galoppata vincente e “Che freddo fa” (bissata dai Rokes) diventa un successo. La Cinquetti porta in finale “La pioggia”, ennesimo hit cantabilissimo che non eccelle in un’era dove iniziano a farla da padroni i cantautori impegnati e c’è da mangiarsi le mani per l’esclusione di un brano come “Se tu ragazzo mio” esaltato dalla grinta graffiante della nostra Gabriella Ferri e del giovanissimo (e già ultradotato artisticamente) Stevie Wonder. Vera meraviglia. Nelle superclassifiche troneggia Mina col suo “Non credere” e Celentano si gode il trionfo con una “Storia d’amore” che conquista al primo ascolto. Nelle sale cinematografiche va forte anche il suo “Serafino” mentre al Cantagiro esplode il nuovo mito Massimo Ranieri che con “Rose Rosse” ruba un po’ di fans urlanti a Gianni Morandi, ormai sposo e padre e più lontano dall’immaginario adolescenziale femminile.
Gran trionfo estero è “Eloise” di Barry Ryan che a Hit Parade è un tormentone fisso. Il Discostate con “pensando a te” va al pugliese Al Bano che l’esalta con la sua voce rubata alla lirica, dice qualcuno (ricordando la mattinata di Leoncavallo) mentre i più maligni gli consigliano una carriera come “strillone” di quotidiani della carta stampata….Vince il Cantagiro giovani il dolce Rossano con “Ti voglio tanto bene”. Ma la sua sarà una stagione breve perché qualche anno dopo, a New York, se ne andrà in circostanze misteriose. Forse fu suicidio, nessuno ha voluto mai darlo per certo. Ma a volte il successo si paga caro…
Arrivano i crepuscolari e intimisti anni 70 e l’Italia comincia a pensare al “divorzio” ormai diventato “legge”. Ci pensano seriamente anche i Beatles che con “Let it be” lanciano l’ultimo grido di gruppo e poi, ognuno per conto suo, alla ricerca di successi personali. Le BR colpiscono ancora a Milano con due bombe in un garage, scompare a Palermo il giornalista Mauro De Mauro alle prese con un’indagine sulla Mafia. Christian Barnard, il mago del cuore dal bel sorriso sposa la sua Barbara e in Italia proviamo a far concorrenza con altre nozze celebri: Al Bano-Romina e Caselli-Sugar (da “Cenerentola” e “La bella e la bestia”, di favole moderne ce n’è per tutti i gusti..) E’ l’anno dal mondiale messicano e del leggendario 4-3 Italia-Germania che toglie il sonno agli ultras azzurri incollati alla TV. Immaginiamo un trionfo, ma la finale coi brazileri ci taglia fuori e i sei minuti di Rivera entrano nella storia.
A Sanremo, accanto a Nuccio Costa c’è il tandem Enrico Maria Salerno-Ira Furstenberg e a trionfare sono Celentano e Claudia Mori con “Chi non lavora non fa l’amore”. Celentano vince ma si becca la patente di “qualunquista” per un testo giudicato “fascista” in un’epoca di sindacalismo avanzato. Ma lui non si cura di nessuno, ringrazia e va per la sua strada. Inizia la nuova giovinezza di Nicola Di Bari che con “La prima cosa bella”, gran motivo costruito in tandem con Mogol impone la sua compostezza da antidivo. Fanno molta più scena i Ricchi e Poveri con Angela la brunetta che fa incetta di voti fra giovani e adulti, sprizzando simpatia e brio da tutti i pori. Al terzo posto, la strana coppia Endrigo-Zanicchi con l’apocalittica-animalista “L’arca di Noè”. Sanremo “70 ospita una Vanoni molto in vena al fianco dei Camaleonti in “Eternità” e sarà un anno d’oro per l’ex cantante della mala che poi con “L’appuntamento” dominerà a lungo le superclassifiche. Fa tenerezza ancora Nada con “Pa’, diglielo a Ma’”, battesimo sanremese per il 17enne Rosalino Cellammare, in futuro Ron, pupillo di Dalla. Fa più scalpore comunque la supersexy Patty Pravo che è ormai molto più di una semplice Ragazza del Piper e piazza colpi vincenti a raffica (da “Il paradiso” a “Se perdo te”, da “Sentimento” alla battistiana “Per te” dopo il successo de “La bambola”, l’hit parade è sempre il suo regno) e piace a tutti con la sua “Spada nel cuore”, rubando consensi anche al suo partner riccioluto Little Tony. A Sanremo si rivede anche Sandie Shaw la cantante scalza ma il suo “Che effetto mi fa” di Donaggio non passa il turno. Restano al palo anche Donatello e i Dik Dik con una “Io mi fermo qui” che meritava di più.
A dominare le classifiche del ’70 in ogni caso è Mina con “Insieme”, gioiello battistiano che diventerà la canzone di tanti amori nascenti. A maggio, il presentatore per eccellenza di Hit Parade Lelio Luttazzi rimane coinvolto in un clamoroso caso giudiziario insieme all’amico inseparabile Walter Chiari. Storia di droga ed equivoci poi chiariti. E il conducator triestino ci scriverà su, a storia risolta, addirittura un libro (una sorta di..moderno “Le mie prigioni”) : “Operazione Montecristo” ma in Tv non vorrà più rimetterci piede dopo tanti “Studio Uno” esaltanti. Anno d’oro anche per Modugno con “La lontananza” (di una tal Enrica Bonaccorti..) mentre fra le canzoni più gettonate spiccano “In the summertime” dei Mungo Jerry e “It’s five o’ clock” dei greci Aphrodite’s Child capitanati da un flautato Demis Roussos. Va bene anche “L’isola di Wight” dei Dik Dik nell’epopea dei superaduni hippie. Battisti si aggiudica un altro Festivalbar con “Fiori rosa Fiori di pesco” mentre il Discoestate va a Renato (ex leader dei Profeti) con “Lady Barbara”. E gli anni 70 sono ufficialmente iniziati.



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