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 SANREMO STORY  1966 - è il momento di



SANREMO STORY 1966
è il momento di "casco d'oro"





(Publiweb) - Beat fra chitarre e batterie, beat nella cantine, beat nei nascenti periodici per giovanissimi "Big", "Ciao amici" e "Giovani". Beat nel programma radiofonico d'avanguardia "Bandiera gialla" con Arbore e Boncompagni a proporre i successi inglesi e americani d'assalto. Ma sul palco di Sanremo c'era poco spazio per i gruppi di tendenza e le..lunghi chiome. Se ne accorsero gli Yardbirds ("culla" di prodigi come Jeff Beck, Eric Clapton, Jimmy Page, diretti progenitori dei Led Zeppelin : quell'anno però i leaders assieme a Jeff erano Keith Relf e Chris Reja ) ribattezzati "gallinacci" da un ironico Mike Buongiorno "stroncati" da un impianto d'amplificazione balordo nelle loro esibizioni di "Paff... bum" (in coppia con Dalla) e "Questa volta" (con Bobby Solo). Eh già anche il dominatore dei due precedenti festival ci rimise le.. penne quell'anno. Piegarono la testa (vestiti da soldati nordisti) anche i Renegades, altra band plurigettonata nei juke box in tandem con l'Equipe 84, gruppo beat amatissimo dai ragazzi italiani capitanato dal "principe" Maurizio Randelli. La loro "Un giorno tu mi cercherai" rimase al palo. Pensare che ormai l'Equipe col primo album "La fine del libro" già si era guadagnata uno spazio nel cuore dei fans rockettari di casa nostra assieme ai Rokes, ai New Dada, ai Nomadi, ai Camaleonti, ai Dik Dik a tutti gli altri gruppi d'assalto che avrebbero dovuto aspettare l'estate, il Cantagiro e il nascente gruppo C formato apposta per loro, per calarsi nel ruolo di primattori. Chinò la testa anche Adriano Celentano, fondatore del clan, reduce da trionfi e trionfi con "Ciao ragazzi ciao", "Il problema più importante". "Sabato triste" e la sua "Il ragazzo della via Gluck", protesta ambientalista d'avanguardia, fu bocciata dalle giurie. Riuscì poi a vendere una montagna di dischi dal giorno dopo l'esclusione. Ma non arrivò al rush finale. Chi sventolò lo stendardo del beat in quell'edizione? Ma lei, naturalmente, "casco d'oro". Caterina Caselli di Sassuolo, classe 1946, già battezzata al Cantagiro girone B dell'estate prcedente con una "Sono qui con voi" di matrice rock 'n blues col basso a tracolla, l'aria aggressiva, i giubbotto di cuoio. Stampo modenese, timbro poderoso, inventò quel gioco di mani a gomitolo per uno "shake" al suo battesimo e conquistò tutti con la sua ribelle "Nessuno mi può giudicare". Lei e il solito amatissimo Gene Pitney, idolo delle teenagers. Accoppiata vincente, vera novità di quel festival. Caterina sfornò poi un successo dopo l'altro: al discoestate "L'uomo d'oro", poi "Perdono" e "Cento giorni" per una stagione invidiabile che la vide anche protagonista dei soliti film "di cassetta" creati per gli idoli del momento. Vinsero Modugno e la Cinquetti con "Dio come ti amo". Melodia ancora sugli scudi. Ma la vera trionfatrice fu lei. Protagonisti minori? Wilma Goich con l' accattivante "In un fiore", la Vanoni che in tandem con la Berti presentò "Io ti darò di più" , il Donaggio di "Una casa in cima al mondo" (ma ai melodici ovviamente piacque più Claudio Villa). E ancora la struggente e vigorosa Zanicchi de "La notte dell'addio" e la dolcissima Anna Identici di "Una rosa da Vienna" ed anche il tandem Milva-Richard Anhony in "Nessuno di voi". Lui, Richard, con "Cin Cin", "Il mio mondo" e "La mia festa" era ben noto ai teenagers che ballavano coi suoi dischi da un bel pezzo. Peppino Gagliardi, rosario stretto fra le mani, fu "ripescato" dalle giurie e con una splendida melodia di Carlo Alberto Rossi "Se tu non fossi qui" (in coppia col bellissimo Pat Boone) approdò in finale. Gli esclusi eccellenti? Assieme a Celentano, Bobby Solo e i "capelloni", anche i due vincitori di Castrocaro di cui alla vigilia si diceva un gran bene, pronosticando per loro una carriera vincente: Luciana Turina (Dipendesse da me), castigata per la sua..mole (ma per lei il futuro prospettò qualche bella sorpresa,anche cinematografica) e Plinio Maggi, cantautore catanese ("Io ti amo"), troppo emotivo per "reggere", migliore come compositore che come interprete, secondo i critici.......
Era il "66 di Gandhi al potere in India, dell'alluvione a Firenze, delle nozze celebri Morandi-Efrikian e Loren-Ponti, dell' "incoronazione" di Mary Quant, reginetta della moda per mano della Regina Elisabetta. La minigonna aveva conquistato il mondo. I Beatles con "Paperback writer" e i Rolling con "Paint it black" spopolavavano nel mondo. L'Italia si faceva sbattere fuori dal mondiale inglese per mano dalla Corea del Nord. Al discoestate vinceva Bongusto con "Prima c'eri tu" e il Cantagiro andava a Gianni Morandi, tornato vincente con "Notte di ferragosto". Sanremo era a una svolta, senza saperlo. L'anno dopo, ci sarebbe stato ben altro su cui piangere...."
Patricia Wolf



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