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 SANREMO STORY  (segue) - ...bobby piangeva lacrime di rimmel



SANREMO STORY (segue)
...bobby piangeva lacrime di rimmel





(Publiweb) - E' inesorabilmente beat per i giovanissimi a caccia di dischi. Camicie a fiori, capelli che si allungano, voglia di Piper per i romani e presto anche di Titan... E' il "65. I Beatles piombano in Italia e richiamano folle urlanti di ragazzine. E' scoppiata anche da noi la "Beatlemania". Paul è il più amato. John e George gli stanno a un'incollatura. Ultimo, il brutto anatroccolo Ringo che si guadagna tenerezza per la sua simpatia. Ma c'è anche la fascia estrema che "tira" per i più selvaggi Rolling e la loro "Satisfaction". Al Cantagiro, Rita Pavone fa le scarpe a Morandi con "Lui" sul filo del traguardo . Al Discoestate è la melodia e vincere con Orietta Berti, ex pupilla di "Suor sorriso" che se l'aggiudica con "Tu sei quello", Ma il successo estivo è "Il mondo" di Jimmy Fontana. E l'anno dello storico incontro Saragat-De Gaulle al Traforo del Monte Bianco. Nello sport, al di là dei trionfi dell'Inter che ormai non fanno più notizia , svettano il successo di Benvenuti su Mazzinghi e la vittoria di Gimondi al Tour de France.
A Sanremo nel "65 Roberto Satti in arte Bobby Solo si prende la sua sacrosanta rivincita con "Se piangi se ridi" supportato da un gruppone folk stile familiare, i New Christy Minstrels dove si confonde un Bobby Mc Guire che se ne andrà presto in missione privata stupendo le platee con pezzi stile "Eve of destruction" e "You were on my mind" (tradotta dall'Equipe in "Io ho in mente te"). Bobby Solo ride per la vittoria finale ma piange davvero perché i soliti benpensanti ironizzano sul rimmel con cui si trucca le ciglia. Ma lui è un Presley all'italiana e siamo in piena area pre-glam Gli si poteva anche concedere. Si piazza bene e vende anche Wilmetta Goich, savonese dalla chiara origine slava che con "Le colline sono in fiore" sfrutta la singolare tonalità vocale con l'aria timida, cantando ad occhi chiusi e commovendo tutti. Mike è il solito impeccabile conducator del festival. Pippo Baudo è ancora di là da venire anche se nel giro di un paio di stagioni con "Settevoci" scenderà in pista anche lui. A Sanremo, prosegue l'ondata straniera. Non ci sono né i Beatles né i Rolling che impazzano nelle topcharts estere. Ma c'è l'austriaco Udo Jurgens che spalleggia la Vanoni in un'intensa "Abbracciami forte" e si rifà sotto Gene Pitney in tandem con Nicola di Bari in una "Amici miei" che bissa il successo di "Quando vedrai la mia ragazza". Nicola è di Zapponeta, stirpe foggiana, ha l'occhiale e l 'aria semplice da antidivo bruttino eppure nella sua Jolly, etichetta discografica milanese si prodiga al massimo a smerciare blues all'italiana ed il suo "Amore, ritorna a casa" è davvero un gran pezzo da collezione. Ci sono anche i negretti Les Surfs che nelle hitparades italiane vanno forte con "E adesso te ne puoi andar" e sul palco sanremese si abbinano al vincitore di Castrocaro Vittorio Inzaina in un divertente "Si vedrà". E gli italiani? Eccola, Gigliola nel suo dopo-trionfo. Canta "Ho bisogno di vederti", brano del grande Piero Ciampi al fianco di Connie Francis. Non bissa il successo. C'è Petula Clark, trionfatrice nelle topcharts con il suo "Quelli che hanno un cuore" che s'ingegna a cantare Pallavicini e Leoni come fossero David&Bacharach e dà l'impennata a "Invece no" e il solito Remo Germani con la scacciapensieri "Prima o poi". E Fred Buongusto con la sua sensualissima "Aspetta domani" e Bruno Filippini con la giapponesina Yokari Ito in "L'amore ha i tuoi occhi". Chi piange quell'anno, a parte il truccatissimo Bobby? Piange John Foster che dopo i successi discografici non s'aspettava il "no" delle giurie alla sua flautatissima e romantica "Cominciamo ad amarci", piange l'ispiratissimo Lauzi che porta a Sanremo un motivo troppo delicato come "Il tuo amore" ed anche il tenebroso Beppe Cardile con "L'amore è partito", altro pezzo da collezione, ma ci vuole altro a far colpo sulle giurie sanremesi a cui si deve dare lo shock immediato...Resta al palo anche l'accoppiata Zanicchi-Pitney con "I tuoi anni più belli" anche se Iva la voce "blues" ce l'ha tutta e avrà modo di rifarsi...La squassante "Come ti vorrei" l'aveva spedita in orbita dalla stagione precedente. A proposito di blues, grande esclusa anche Timi Yuro, troppo bianca per avere una voce così "nera". Suo grande "hit" , "Hurt" che nel giro di pochi anni sarà trasformata in "A chi" dal nostro Leali, sbancando il mercato. A Sanremo Timi canta "Ti credo", dandosi grandi pacche sulle anche e le fa da partner Peppino Gagliardi, altro partenopeo fluttuante fra il melodico e il gospel all'italiana (nel suo repertorio un "Ascolta, mio Dio" da brividi). Ed anche "E poi verrà l'autunno" in coppia con il lungagnone Don Miko. Lascia il segno. Ma non va in finale. Non c'è pietà. E' caduta degli Dei inesorabile, se le giurie decidono di ignorare la vera arte.
Cadranno anche altre "teste celebri" nella ghigliottina festivaliera. Idoli dei giovani compresi. Ma questa è un'altra storia e se ne riparlerà alla prossima..."

Patricia Wolf







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