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 Sanremo 1990 - 1994 - uomini soli...che non cambiano



Sanremo 1990
1994
uomini soli...che non cambiano





(Publiweb) - Eccoli..gli anni 90. L’era del Cd e dello swatch. Dischetti “ottici” e orologi coloratissimi lanciano una nuova mania nell’italiano amante delle ennesime ultime diavolerie d’oltrecortina. La musica italiana però..è in rilancio. L’overdose di concerti esteri, dopo gli anni 80 consacrati allP straniero hanno esaurito il pubblico e qualche interprete non è stato proprio all’altezza, nonostante il nome altisonante..Fatto sta che riprende quota anche Sanremo anche se a vincerlo, guarda chi c’è..I pooh. All’ennesimo anniversario della loro fondazione..e chi non si ricorda la band dell’orsetto con Riccardo Fogli al posto di Facchinetti in postazione vocalist e le loro “Bikini Beat” e la dolce “Piccola Ketty”. Hanno segnato un’epoca. Ora hanno anche loro un’altra età e lanciano questa “Uomini soli” che esclude i loro consueti cori e si affida ad un testo “serioso”, un po’ mitico nel finale e con atmosfera malinconica per questi maschietti chiusi nella loro solitudine obbligata, condannati da vizi atavici col Corriere della sera fra le mani…..
I Pooh vincono, annunciati trionfatori e alla guida del Festival c’è ancora Aragozzini che presto avrà grosse grane, difficili da risolvere. Alle spalle dei Pooh si piazza il solito Cutugno. Ormai ci ha fatto l’abitudine: con “Gli amori” non è che lasci troppo il segno. Vanno fortissimo invece Mietta e Amedeo Minghi con una “Vattene amore” che per qualche verso è un po’..da “diabete” (o da denti cariati, fate un po’ voi). Il famoso verso “”rottolino amoroso du-du-da-da-da- è da enciclopedia della poesia esistenziale ma c’è a chi piace e così sia. Mietta, terrorizzata come “nuovo talento” l’anno prima al punto da farsi..tirare amorevolmente le orecchie nel corso di una interessantissima “Mezzanotte e dintorni” da un suo grande idolo abbastanza ammiccant é ormai cresciuta.e Minghi sfodera la consueta vena di poeta ispirato. E’ l’anno della Nevicata del 56 scritta con la magia nostalgica di Califano e completata da Lopez e Vistarini per una Mia Martini che ci dà dentro, malgrado la discutibile scelta degli abiti (quel paralume, Mimì, grida ancora vendetta…per forza poi i parrucchieri lingualunga sprecano le battutacce!!) ancora alle prese con l’Armani linea femminile che non le dona affatto. Ma immaginarla lei bambina che sognava il vestito da sera con tremila sottane è intrigante e poi chi di noi non è stato sulle spalle diiiiiii suo padre ed ha ascoltato le canzoni alla radio? E allora, andiamo co’ sta nevicata…struggente da toglierti il respiro anche per i figli del rock ‘n blues.
Torna in pista Caterina Caselli casco d’oro che aveva giurato di non cantare mai più, Lady Sugar a caccia di nuovi talenti com’è. Con lei il mostro sacro Miriam Makeba. Caterina richiama ivecchi fans.Ma non è più Casco d’oro e non graffia come un tempo. E’ una signora della buona società, si è rifinita l’accento da modenese ruspante e fa proprio la milanese snob da salotto.La sua “Bisognerebbe non pensare che a te” è interessante.Ma vuoi mettere “Perdono” e “Il volto della vita”. Sarà anche più signorile oggi, ma la grinta degli anni 60 anche giù giù fino a “il Carnevale” e “Insieme a te non ci sto più” era di tutt’altra razza…Piace anche la turci con “Ringrazio Dio” e fra gli stranieri s’impone in modo eccelso Dee Dee Bridgewater con la sua voce da spaccare Sanremo e tutt’Italia, possente com’è. Stirpe soul, generazione implacabile insegnaci come si canta e la pianteremo di essere folkmaniaci sia nella musica che nella letteratura. E’ il 90 del trionfo tedesco a Italia90 anche se Salvatore Schillaci e Roby Baggio fanno sognare gli azzurri ma ai rigori gli argentini del pibe de oro ci lasciano con l’amaro in bocca e al nuovo Olimpico ai fans di Rudi Voeller (i giallorossi di Curva Sud di “Vola, tedesco vola!!”) non resta che tifare per i teutonici e fischiare Diego Armando che presto avrà problemi seri per colpa di un suo maledetto vizio..Per il momento il suo “sniff sniff” è colpa delle lacrime per la sconfitta e i fischi;.poi si scoprirà legato a altro.
Il PCI diventa PDS ed è simbolizzato dalla quercia. Molti ex simpatizzanti che hanno fatto rivoluzioni nicchiano. Finisce un’epoca. Cade il Muro di Berlino e gli scorpinos lacviano la splendida “Wind of changes”. Grande rock melodico….La Thatcher si dimette. Tornatore trionfa con “Nuovo cinema Paradiso”. Mandela torna libero dopo 26 anni di carcere e viene lasciato in libertà anche il giovanissimo Cesare Casella. SaddamHhussein s’intestardisce nella sua folle corsa e invade il Kuwait. C’è già aria di guerra e se ne vanno nella mestizia generale il grande presidente-partigiano Pertini, pipa celebre (quanto Bearzot), la grande Greta Garbo misteriosa e schiva a mostrarsi negli anni del tramonto e il principino di Monaco Stefano Casiraghi tradito dalla sua passione per l’offshore.
E slittiamo sul ’91 con un Cocciante vittorioso su Renato zero, fra gli urletti di disappunto dei sorcini. Festival affidato al davanzale sconvolgente della Fenech e alle..gaffes di un Occhipinti un po’ troppo statico (ricorda tanto il Bentivegna dei primi sceneggiati TV, ma ha quella faccetta che attira tanto le teenagers, lasciamolo ai fotoromanzi, è più a suo agio). Cocciante piccolo riccioluto cantastorie s’impegna anche al piano per lasciare un segno con “Se stiamo insieme” e in effetti ce la fa. E’ un bel motivo, melodia ricca e suggestiva, splendido testo…Renato Zero sfrutta l’estro della cantautrice in escalation Mariella Nava che gli ha confezionato su misura “Spalle al muro”, urlo disperato di chi disdegna la patente di “anziano”. “Vecchio..diranno che sei vecchio..con tutta quella forza che c’è in te!!” recita un po’ enfatico Renato. E i sorcini si rotolano nei loro raptus psico-erotici. Ce la mette tutta ma non ce la fa..Eppure, grazie di esistere, come dici tu Renato: certo, travestito da Dracula per Piazza Navona con le tue calzamaglia anni 70 eri più credibile e dovevi lottare di più per il successo.ma queste nuove generazioni ti vedono santone indiscusso. Lasciamoglielo credere. Le stai salvando dalla droga, qualche bugia dovrai anche dirla.ma risparmiaci pezzi come”La grande assente”. Per tutto quello che vi ha legato, potevi far di meglio. Basta. Al terzo posto, il “disperato” Masini della malinconoia con “Perché lo fai??”, strenuo tentativo di distogliere l’amata dal”mal di droga”. Le Comunità che lottano per la tossicodipendenza ringraziano. Anche Tozzi con i suoi accenni alle nostre quotidiane crociate fra tossici , padroni-robot che licenziano operai e zingari strizza l’occhio al sociale. Impazza l’era del talk-show e tutti vogliono dimostrare di avere coscienza civica. Bel ricordo di quel Sanremo “La fotografia” di Jannacci anche nella versione di Ute Lemper. Fanno gran scena Jo Squillo e la Salerno con la loro “Siamo donne” e i Ladri di Biciclette conquistano il popolo dei new-boppers con la loro “Sbatti bene sul be-bop”. Chi ama le atmosfere folk si immerge totalmente in “Spunta la luna dal monte” che Pierangelo Bertoli regala in confezione-special con l’accompagnamento dei sardi Tazenda. Ci sono anche Al Bano e Romina con la loro celebrativa “Oggi sposi” e a replicarla è Tyron Power jr. , figlio e fratello d’arte a cui Al Bano non risparmia battutacce e tirate d’orecchie….Si distingue anche Loredana dettaLlory con “In questa città” scritta dall’ispirato bluesman de noantri Pino Daniele. E vai. Fra i giovani, trionfo di Paolo Vallesi, “pupillo” della Caselli con “Le persone inutili”. E’ l’inizio dell’exploit per il nuovo idolo delle tredicenni. Il ’91 è l’anno delle tempestosa Guerra del Golfo e col 15 gennaio scatta l’allarme e ci sentiamo tutti in the middle of the war. Supermarket saccheggiati da casalinghe in perda al kaos mentale. Partono i dibattiti sulle stragi in discoteca e l’orario massimo di apertura è anticipato alle 2. incendio doloso al Petruzzelli di Bari. Oscar alla carriera alla Loren dall’Academy Awards . Una gang di teppisti distruggono quasi totalmente la splendida villa di Baudo. “Balla coi lupi” si becca 7 oscar e Kevin Costner è il nuovo king del cinema. E’ l’anno del tentato suicidio di Loredana Bertè dopo il tormentato divorzio da Borg. Elton Senna mondiale di formula Uno. Liz taylor fa “otto” sulla ruota del matrimonio e si trascina all’altare un ex muratore. Se ne va Freddie Mercury immenso showman dalla voce pazzesca e dal carisma indiscusso. Aids. E senza lui la leggenda Queen è difficile da ripristinare. Scompare anche il mito del jazz Miles davis.
Eccoci al ’92. Sanremo promette e non mantiene. Sono lì a supervisionare. Dicono Mia Martini così sarebbe, se alle giurie sembrasse. Ippoliti esagera ad annunciarlo in anticipo. E qualcuno forse per smentirlo, spara sul..bersaglio più facile, mischiando le carte all’ultimo. Mimì ha un gran bel pezzo “Gli uomini con cambiano” calibrato da Bigazzi e Dati premiata ditta toscana. Conflitto edipico irrisolto, critica al sesso maschile che strapazza la donna e grande la riflessione che quando l’uomo è in gruppo fa il “duro” e da solo ha più paura. Soprattutto, pensando che è stata scritta, in feroce autoanalisi, da un rappresentante del sesso forte. Sappiamo tutti che una come lei potrebbe fare il blues all’italiana ma anche in versione melodica e finalmente col look Armani-for-men è comunque cinque palmi sopra gli altri, canta e si strappa come di consueto le note dall’anima e meriterebbe il trionfo. In una conferenza stampa alzo inutilmente la mano per farle io la domanda-clou “Dai, esamina la tua carriera e dividiti in fasi. Tu, La donna che visse tre volte…” Invece, riesce a fargliela Luzzatto Fegiz che è più avanti , quasi sotto il palco e poi è un Guru della critica musicale. Così l’idea dell’home video “Per aspera ad astra” gliela fa venire in mente lui . E’il Sanremo di Vallesi terzo con “La forza della vita”, di Bertoli ancora in auge con “Italia d’oro”, della protesta di Jo Squillo fuori all’ultimo per plagio e rimpiazzata da Pupo (chi si rivede) col nome vero Enzo Ghinazzi che con “Preghiera” non va oltre una dignitosa esibizione. Ci sono i Matia Bazar, i New Trolls, Fogli e Reitano e fra i giovanissimi il tandem Baldi-Alotta con “Non amarmi” fa colpo sulle folle. E’ il ’92 di “Tangentopoli” a cui fa tana Di Pietro, del trattato di Maastricht per il 12 paesi della CEE, del “vernissage” di Eurodisney attorno a Parigi, dei tragici omicidi Falcone e Borsellino. In Jugoslavia è guerra fratricida. Mike Tyson è condannato per stupro e se ne vanno la grande diva Marlene Dietrich, il nostro comico Franco Franchi e il”grande” inventore di mille neologismi del giornalismo sportivo Gianni Brera.
Scivoliamo al ’93. Per Craxi è l’addio al PSI. Fellini si gode per poco l’Oscar meritatissimo alla carriera. Se ne andrà a fine anno, dopo una lunga agonia “vegliata” da una marea di fotoreporter e giornalisti. Esplode la bomba al Teatro Parioli: il bersaglio pare sia Costanzo che ha parlato troppo di mafia nel suo show. Jurassic park docet e fra i drammi, c’è il suicidio di Raul Gardini.
A Sanremo, trionfa “Mistero” scritta dall’ex punk Ruggeri in un momento di ispirazione magica. Ma il vincitore morale è Cristiano De Andrè, figlio d’arte col suo “Dietro la porta”. Si cantano “Gli amori diversi” con il tandem Di Michele-Casale e Renato Zero ci riprova in chiave mistica con una “Ave maria” che strapperà applausi ma non riuscirà a convincere le giurie a dargli lo scettro. Vivacizzano l’ambiente Tony Esposito e i Ladri di Biciclette con “Cambiamo musica”e Milva recita la sua “Uomini addosso” come fosse ancora in teatro con Strehler e sciorinasse Brecht. Il grande Noschese l’avrebbe immortalata in remake alla sua maniera…Ci sono anche le sorelle Bertè con “Stiamo come stiamo”. Lory vuol strafare un po’ e cambia il testo. Mimì cerca di tenerla a bada e raddizzare il timone. La gente non apprezza troppo e le confina agli ultimi posti. Invece, a risentirlo, è un gran bel pezzo e meritava ben altro. Fra i ragazzi, s’impone la giovanissima Laura Pasini con “La solitudine”. Sembra di tornare ai tempi della Cinquetti. Candore, conquisti ancora. Ci sono anche i Fandango di Lilla, rampolla doc di Publio Fiori, ex DC vittima di attentato nel 77 ed ora quasi AN. Lei prende una stecca e poi piange fra le braccia di Aragozzini e poi si scusa dicendo che non le tornava indietro la voce e stentava a sentirsi. Vabbè.
Arriviamo al ’94 per goderci la splendida esibizione di Elton John e il trans Ru Paul in una “Don’t go breaking my heart” da sballo totale. E’ il 94 della nascita di AN e della discesa in campo di Berlusconi con Forza Italia ed il Polo trionferà alle elezioni. Il Milan vince la Coppacampioni col Barcellona ad Atene e Arafat, Rbin e Peres conquistano il Nobel per la Pace. Affonda la”Achille Lauro” al largo del corno d’africa. Si dimette Di Pietro e l’Italia fa incetta di medaglie d’oro alle Olimpiadi invernali. A Sanremo, con la Oxa al fianco di Baudo, largo ad Aleandro Baldi col suo “Passerà”. Fa scalpore il “Signor tenente” di Faletti, sketch dolcemaro molto cabarettistico sui tanto strapazzati carabinieri che rischiano ogni giorno la vita. Per i più tradizionalisti c’è la Pausini con “Strani amori”. Gerardina Trovato è ormai una realtà e con “Non è un film” continua il discorso iniziato l’anno prima fra i giovani con “Non è più la mia città”
Spunta il nuovo astro Andrea Bocelli, romanziere lirico applicato alla musica leggera. Epico nel suo “Il mare calmo della sera”. Che altro? Zarrillo con “Cinque giorni”, uno degli ultimi atti del grande Ivan Graziani con “Maledette malelingue”, la strana coppia Jannacci- Paolo Rossi ne “I soliti accordi” in clima cabaret-satirico-polemico e la squadra Italia zeppa di vecchie glorie in “Una vechia canzone italiana”(aspetando gli show di Paolo Limiti). Tutto il resto, a parte le perfornmaces degli stranieri, è qualcosa di molto vicino alla noia. Ah, a proposito c’è anche Califano con “Napoli”. Ma l’abbiamo visto in condizioni migliori e con brani più incisivi.

Patricia Wolf


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