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 La musica è finita... - si spengono i riflettori sul 53° Festival



La musica è finita...
si spengono i riflettori sul 53° Festival





(Publiweb) -

Sanremo ha proclamato i suoi vincitori.
L'edizione numero 53 è stata un'edizione anomala, costellata da veleni e paure.
Paure per la guerra che purtroppo sembra avvicinarsi sempre più, il riafforzarsi delle B.R. che hanno nuovamente seminato morte, la mancanza di certezze per la gente.
Neppure il grande carrozzone festivaliero è riuscito a distogliere la gente comune che, con buona probabilità, non ha avuto voglia di stare incollata davanti alla tv. Fatto è che il Festival, in questa edizione, ha perduto molti spettatori: il festival baudiano targato duemilatre ha vissuto sin dall'inizio in un piano inclinato.
Un flop epocale? Non credo. Anzi, dal punto di vista estetico (canzoni a parte) è stato un festival che ha regalato buoni momenti di spettacolo. Dieci alle presentatrici che in questa edizione hanno portato una ventata di freschezza e professionalità valorizzando finalmente la donna come essere in grado di 'lavorare' sul palco.
Bravo Pippo, grandissimo professionista, ottimo show-man che non è caduto nella trappola dei media e dei giornalisti che avrebbero voluto la sua capitolazione. Con molta dignità ha sostenuto gli attacchi che sono giunti da ogni parte: Littizzetto, Panariello, Giornalisti, Discografici, Gay, Sgarbi & C., concorrenza televisiva spietata, Tapiri, Iene eccetera. Pur con un bagaglio d'errori tipo quello del trans di Sgarbi che l'ha sicuramente fatto rivelare come una sorta di razzista. E sbagli nella selezione dei brani che non sono stati eccelsi. Ma Pippo non è un razzista, non è uno che ce l'ha con i gay: assolutamente. Lui probabilmente voleva uno show nei canoni ed è stato silurato.
Stop, poi, a questo spettro dell'audience! A chi interessa? E perché quelli che riportano i dati non segnalano anche che in Italia esistono circa quattro milioni di satelliti, che non vanno con il sistema auditel?? Ipotizzando che, nella finale di Sanremo, gruppi di amici si raggruppano (magari in trenta) in una casa lasciando spenti gli altri ventinove televisori?
Per coinvolgere il pubblico occorre la musica, la buona musica che sorvoli tra il Festival e gli Italian Music Awards.
Ma non so, sinceramente, come risolvere il problema. Sono amareggiato per Pippo, sono amareggiato per la beffa delle Giurie di qualità (a casa...), per la Oxa al quattordicesimo posto, per la grande Zanicchi sbeffeggiata.
Adesso posso parlare: di venti brani in gara ne salvo sei-sette. Il resto non esite (discograficamente parlando). Mi chiedo se la commissione artistica che ha scelto i brani del festival abbia tenuto conto delle tendenze musicali in radio.
Il festival lo ha vinto Alex (Britti) magico, grande, innovativo, musicista, blues-man che stravenderà.
La magia di Cammariere, chançonnier dalle atmosfere ovattate dei club, il nuovo Paoli della canzone italiana.
E poi Anna, Anna dei misteri, Anna la più raccontata dai tabloid, quella Oxa che in Italia non riesce a trovare quello spessore che merita ma che tutte copiano: classe, bravura, fascino per un brano da dieci e lode.
Il resto non classificato.
Non me ne voglia il pubblico se non cito Alexia: sono anch'io in grado di capire che Alexia ha voce potente ma credo che esista una grande differenza fra dire che un'artista ha voce e un'artista che interpreta.
Fra Alexia (da una parte) e Giorgia e la Oxa (da un'altra) c'è un abisso.
Credo che a Sanremo occorra un cambiamento, un rinnovamento ma non so come metterlo in pratica. Mandando magari in pensione certe cariatidi del giornalismo, che si capisce perfettamente che non ascoltano più le tendenze musicali del momento e che scrivono sull'impeto di certi rancori personali, stroncando personaggi che non meritano (...il maestro Fegiz che per cinque giorni grida al miracolo della geniale e unica Oxa e che poi la stronca sull'autorevole quotidiano nel quale scrive con un bel tre, proprio il giorno prima della finalissima).
A casa anche loro.
Lasciateci noi - giornalisiti in erba - capaci di seguire la musica che funziona, lontani dalle ritorsioni personali ma con l'amore e l'attaccamento nei confronti della buona musica e dei grandi interpreti. Noi disincantati e lontani dalle dottrine, dai paroloni, dalle frasiologie ricercate e dotte.
Allora sarà un bel Festival.
Grazie Alex, grazie Anna, grazie Sergio per avermi regalato emozioni.
E un grazie anche a Pippo esortandolo a non lasciare il Festival: senza di lui non sarebbe più nulla.

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