(PubliWeb) Un giovane albanese di 25 anni aveva fotografato una ragazza di Trento nel negozio in cui lei lavorava e nel corso di uno spostamento di lei su un bus. La ragazza ha poi denunciato il 25enne per "lesioni" alla propria riservatezza. Il giovane è stato già condannato nell'estate scorsa per questo reato ed ora giunge anche una sentenza della Corte Suprema di Cassazione che conferma la condanna e ricorda che l'uso degli MMS è rigidamente regolamentato. Le foto scattate e inviate sono in alcuni casi intrusive.
"Il Legislatore sanziona le incursioni abusive nella vita privata altrui, fissate con strumenti tecnici suscettibili di riprodurre la violazione di ambiti riservati e preclusi all'osservazione indiscreta dei terzi". E la violazione non cambia anche se ci si trova in locali pubblici, come nel caso della ragazza trentina. "La facoltà di accesso da parte del pubblico non fa venire meno nel titolare il diritto di escludere singoli individui non autorizzati ad entrare o a rimanere".